Allievi U17, Pontevecchio – Libertas Castel S.Pietro 2-4


A cura di Diego Costa

« E dunque è finita 4 a 2. Vittorie e sconfitte, alla loro età, servono a formare il carattere, tutto ha valore. Ho letto il commento – alla morte di Kobe – di un ragazzo che a dodici anni lo aveva stoppato. Solo che lui non ha fatto il cestista, l’altro… è stato Kobe!
La partita con il Castel San Pietro non è difficile da spiegare: sei stato educato a giocare palla in tutte le zone del campo, secondo le ultime tendenze generali del gioco, dalla serie A alle giovanili. Abbiamo visto come il Bologna abbia… neutralizzato gli scellerati rinvii di Skorupski: Schouten gli arriva fin davanti ai piedi per farsela toccare corta e giocare. Il Castello ha segnato e poi ha impostato la partita per sfruttare a pieno le condizioni del terreno di gioco. Al bravissimo tecnico granata – che certo non sto a criticare – posso solo dire che, forse, talvolta, bisogna abbandonare le sacre scritture del Pallone e ipotizzare un PIANO B. Il Castello in vantaggio pressava alto, andando a prendere i difensori e la reazione ha stentato a dare i suoi frutti per l’ostinata (e ammirevole) intenzione di fraseggiare dei ragazzi. Però… ogni tanto il fioretto andrebbe alternato con l’uso di una sanissima sciabola. Meno bella da vedere, ma almeno per conquistare campo, per mettere ansie, per “aggredire” e non essere aggrediti. Mettendo sui lati i più veloci della squadra e in mezzo un giocatore tosto fisicamente (il centravanti del pt ha fatto bene, mio modesto parere) si poteva calciare lungo, una volta attirata la squadra avversaria sul proprio campo per poi riempire gli spazi nella loro metacampo, restando corti ma col baricentro avanti. Certo, è facile parlare dalla tribuna. Ma la reazione del gruppo è stata buona, secondo me, anche sul 3 a 0, forbice troppo ampia, la squadra ha provato a reagiore e l’ha riaperta. Rigore discutibile, certo, ma 2 a 3. Se l’arbitro non avesse pensato bene di compensare con una punizione fantasma, peraltro resa utile da uno svarione difensivo, l’impresa poteva anche essere completata.
Da osservatore neutro, mi permetto di aggiungere una cosa che avrei scritto anche a campi rovesciati. Caro allenatore ospite, se un mio giocatore si rende protagonista di una scenata plateale come quella che il tuo portiere ha fatto all’arbitro (curioso che non sia scattato un sacrosanto rosso), io lo spedisco a fare la doccia e lo sostituisco. E lo farei, a questa età, anche con un CR7 in fieri. Stessa cosa all’aletta che viene a festeggiare e a zittire un pubblico di familiari che francamante è composto e educato. Mi hai fatto tenerezza, con quel ditino davanti al naso. Ho capito quanto male faccia il calcio in tv. Usato evidentemente da chi non è capace di riprodurlo concretamente con i piedi, sul campo. Due particolari insignificanti. Non crucciatevi troppo per il secondo ko in campo regionale, ragazzi. Tutto serve. Verranno i giorni anche della gioia. »



Interviste a cura di Fabio Villani